Recensione: Gioco di parole formato dal verbo latino "lud?re", ovvero "giocare" e la desinenza
"il", in questo caso vista come la prima parte della parola "illudere", ovvero creare
un'illusione.
E' una parola dal suono simile ad entrambi i verbi. Da qui il dualismo concettuale del
disco, nel quale abbiamo voluto analizzare in modo leggero e allo stesso tempo
profondo la vita in generale, dalla quotidianità all'uso del linguaggio e alla fusione di
antiche culture di diverse parti del mondo.
Anche la copertina rappresenta graficamente il concetto di "ludus": per vedere il
soggetto bisogna annerire gli spazi contrassegnati con il puntino (come nel noto gioco
enigmistico).
Le canzoni si susseguono una dopo l'altra con diverse atmosfere, dal rock più
istintivo e immediato alle ballate dalle sfumature medievali o passando attraverso
atmosfere da colonna sonora con un richiamo alle sonorità hard/prog settantiane che
hanno contraddistinto il progetto fin dalla nascita".
"Il-lud?re" è un'esortazione a prendere la vita con piglio più scanzonato e divertente,
una sorta di "filtro" da applicare alla realtà per renderla in qualche modo fantastica e
giocosa.
"Spettro del Palco”, il singolo estratto dall'album, narra dell'amore non corrisposto di
un attore secondario per la stella del teatro. Osservarla muoversi sul palco e recitare
accanto al protagonista, con il quale intesse una relazione, non farà che alimentare la
sua folle brama e gelosia, fino ad un ultimo gesto disperato: il fantasma tornerà per
sempre a tormentarsi sul luogo del delitto, un teatro ormai abbandonato.
La musica sottolinea gli stati d'animo del personaggio mediante una successione di
scene dall'atmosfera contrastante, accostando momenti acustici ad aperture
neoclassiche ed interventi rock, in un crescendo
drammatico ed evocativo. |