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LATE

LATE

Artista: DISGUISE

Genere: BLACK METAL

Formato: CD

Recensione: ...
E così si è giunti al crepuscolo dell'umanità.
L'istinto primordiale ha esaurito il suo tempo.
E' il male che genera male, circolare dialettica, pesante fardello.
E' l'uomo che genera morte.
Non c'è più tempo..."
Sono queste le poche e inquietanti parole che introducono Late, nuova fatica dei barlettani Disguise, uscita per la propria etichetta Black Havoc Productions.
Il secondo full-lenght dei blackster pugliesi arriva a quattro anni di distanza dal predecessore Human Primordial Instinct proseguendone il cammino lirico, tracciato su tematiche oscure ed affascinanti come la consapevolezza umana della propria inclinazione alla malvagità e dell'impossibilità di soffocare questo istinto primordiale, che sfocia nel presente nuovo capitolo in una spirale isterica ed autodistruttiva in cui disagio, pazzia e morte sono destinati a prendere il sopravvento.
Un concept a dir poco apocalittico che fa da sfondo ad un opus musicale dalle tinte certamente non meno fosche: un concentrato di pura malvagità messa in musica, sono questi i termini in cui si potrebbe descrivere questo disco.
Il black metal suonato dai Disguise si mostra tanto tagliente quanto corposo, pregno di influenze che vanno dagli inserti sinfonici che ricordano i Limbonic Art o i primi Arcturus al riffing e alle massiccie soluzioni ritmiche di stampo prettamente death.
Il tutto riletto in un'ottica decisamente personale, caratteristica che consente ai nostri di elevarsi dalla massa delle uscite estreme contemporanee e piazzarsi con questo platter in prossimità dei vertici di un movimento che in Italia sta prendendo sempre più piede (vedasi Spite Extreme Wing, Aborym o Handful of Hate).
Gli otto pezzi che compongono Late sono caratterizzati da un songwriting articolato ma non dispersivo, in cui intervengono frequenti cambi di tempo e di atmosfere che risultano essenziali per tenere l'interesse dell'ascoltatore sempre alto.
Tale vivacità compositiva è supportata da un'esecuzione che sa essere al contempo brutale e precisa, imperniata sul nervoso rifferama del chitarrista Dei Nuntius Mortis (davvero ottima la prestazione su Involvet e Identical Beginning to End) e sullo spietato lavoro della sezione ritmica che tra accelerazioni e rallentamenti continui non concede un attimo di tregua (Into The Black Void è esemplare in tal senso).
Luci ed ombre invece sull'utilizzo delle tastiere: il tappeto sonoro creato dai tasti di Carnifex è efficace e morbosamente affascinante quando rimane sullo sfondo o quando sottolinea i pochi momenti puramente atmosferici che costellano i pezzi, ma nei momenti in cui si rende protagonista dei passaggi più melodici (come ad esempio la sezione centrale della superba Decreasing Pleasure) risulta talvolta invadente e macchinoso.
Un piccolo difetto che tuttavia non inficia più di tanto la resa finale di un album compatto e devastante, che può annoverare tra i tanti punti di forza anche quello essenziale della produzione, eseguita presso gli studi Alpha-Omega di Alex Azzali (già all'opera con Mortuary Drape, Ancient e Cataract), in grado di donare alla musica della band suoni nitidi e potenti, e la partecipazione di Cruel Abbot dei Mortuary Drape come ospite su due canzoni, ovvero Decreasing Pleasure e Dead For Brought Death.
Sugli scudi anche Vastator Mentis, singer versatile ed espressivo, che nella sapiente alternanza tra growl e scream si dimostra credibile cantore della depravazione e della corruzione dell'animo umano.
Che altro dire...
I Disguise hanno confezionato un'opera che sicuramente si può indicare tra le più riuscite produzioni estreme italiane di quest'anno e conferma l'assoluta qualità di una scena che pur non avendo nulla da invidiare a nessuno, continua a rimanere all'ombra del blasone dei tanto osannati quanto ormai decadenti act nordeuropei.
Apriamo gli occhi, non è troppo tardi.

Prezzo: 17.9 €