Informazioni aggiuntive di https://metalitalia.: il lungamente atteso ritorno dei void of silence una sorta di concept basato sulle grandi conquiste del primo novecento e sul coraggio e l’ambizione di uomini come umberto nobile e salomon august andre. storie di viaggi epici, grandi spedizioni polari, spazi disabitati e orizzonti lontani, dove si vorrebbe che il bianco, il grigio e il brumoso lasciassero spazio al sogno e al desiderio di azzurro e sole. e’ questo mondo in gran parte solitario e minaccioso la nuova terra di residenza e di ispirazione dell’ormai storico progetto italiano, attivo dal 1999 e oggi pronto al ritorno dopo una pausa durata quasi otto anni. con “the sky over” ci troviamo davanti a un disco lungo e maestoso, che dichiara apertamente la sua appartenenza ad una vocazione ben precisa: atmosfere eteree e umbratili che si dilatano in malinconie e illusioni perdute sono la cifra innegabile dell’universo dei void of silence, che in questo nuovo capitolo sembrano davvero disperdersi in vastit irraggiungibili; ogni nota sembra cristallizzarsi in un luogo aereo fatto di sogni, ricordi, emozioni, facendo acquistare alle lunghe composizioni del trio un che di impalpabile e spirituale. su “the sky over” l’esperienza acquisita e la padronanza dei mezzi dei void of silence vengono adesso declinate con maggiore sensibilit, cosa che si traduce in un album coeso e dall’alto tasso di densit emotiva, i cui brani definiscono una musica che si muove quasi come fosse un cuore dai battiti lenti e che scorre fatalmente come un fluido dai colori freddi. ancora una volta, la caratteristica della band quella di miscelare doom metal e moduli di drone music con echi di ambient dilatata che determinano un effetto di grande suggestione all’ascolto, generando continue derive celesti. le distanti linee melodiche tracciate da riccardo conforti e ivan zara trascinano l’ascoltatore all’interno di ambientazioni avvolgenti, dense di atmosfere eteree e di rintocchi malinconici. una proposta che – oggi pi che mai, grazie al cantato passionale di luca soi – sembra volere sottolineare l’idea di una desolazione che si sposa con la speranza. dopo le smisurate inquietudini di album come “the grave of civilization” o il pluri-celebrato “human antithesis” – le melliflue e insinuanti trame di “the sky over” arrivano a liberare spore di luce che amplificano il carattere ambiguo e affascinante del progetto. siamo al cospetto di un album che, come al solito, necessita di numerosi ascolti per essere metabolizzato, in cui tanti mosaici inizialmente sparsi si ricompongono progressivamente in un insieme organico. un lavoro che sprizza eleganza e che esalta l’infaticabile creativit del gruppo di origine laziale. |